Responsabilità civile verso terzi in caso di animali Vittoria Assicurazioni Cuneo Europa

Il Codice Civile ci aiuta a comprendere le situazioni in cui a cagionare un danno a terzi sia un animale.

Portiamo tre tipi di casistiche:
animale domestico, animale randagio e animali selvatici.

L’articolo 2052 del Codice Civile parla di animali: “Il proprietario di un animale o chi se ne serve per il tempo in cui lo ha in uso è responsabile dei danni cagionati dall’animale, sia che fosse sotto la sua custodia, sia che fosse smarrito o sfuggito, salvo che provi il caso fortuito”.

In questa norma abbiamo due soggetti destinatari della disciplina a cui è attribuita una responsabilità alternativa e non cumulativa o solidale. Il danneggiato non può proporre, quindi, un’azione contro entrambi, in caso di sinistro dovrà individuare o nel proprietario o nel custode dell’animale il soggetto contro cui rivalersi.

Questo significa che chi conduce un cane, anche se è al guinzaglio, è responsabile se questo morde qualcuno perché ha l’obbligo di vigilanza per evitare che arrechi danni a terzi a meno che non si dimostri che si tratta di caso fortuito o di comportamento colposo del danneggiato. Portiamo ad esempio la sentenza del Tribunale di Ascoli Piceno - Sentenza 24 ottobre 2016, n. 1102 quando è stata respinta la domanda risarcitoria di un uomo che, senza valide ragioni, si era avvicinato ad un cane che già mostrava segni di nervosismo aggressivo per accarezzarlo, venendo morso ad una mano.

Cosa succede però se il danno è causato da un cane randagio?
Il responsabile è il Comune perché non ha vigilato sulle attività della A. s. l. di cura dell’igiene, atte ad evitare il proliferare di animali selvatici all’interno dei centri abitati.

Quel che bisogna comprendere, quando si tratta di cani randagi, è che il danno cagionato da non può essere risarcito ai sensi dell’art. 2052 c.c. posto che i randagi non hanno un proprietario che ne possa essere responsabile, «ma solamente alla stregua dei principi generali della responsabilità extracontrattuale di cui all’art 2043 c.c.», con le dovute conseguenze in tema di riparto dell'onere probatorio.

Se un cane randagio morde una persona deve dimostrare che si tratta di un fatto illecito. Una persona che fa sport lontana dal centro abitato non può chiedere il risarcimento al Comune se morso da un randagio, perché in quella zona non è esigibile la vigilanza degli enti tenuti alla repressione del fenomeno del randagismo. Questo è il caso della sentenza del Tribunale di Cagliari - Sentenza 414/2016. Inoltre, oltre a non essere territorio di competenza non è stato provato che le Asl abbiano commesso un fatto illecito. Difatti, non è stata dedotta alcuna violazione di misure cautelari imposte all'ente, né risulta la presenza di altri cani randagi in quei luoghi o l'esistenza di altri episodi simili.

Diverso è il caso degli animali selvatici.
Per principio, dei danni causati dagli animali selvatici risponde invece l'Ente pubblico al quale viene affidato il controllo del territorio sul quale l'animale si muove, Ente che normalmente è la Provincia. Anche in questo caso bisogna dimostrare che l'Ente ha una qualche forma di colpa per avere omesso di adottare le cautele per impedire che i terzi venissero esposti al pericolo.

La fauna selvatica appartiene alla categoria dei beni patrimoniali indisponibili dello Stato. Il danno cagionato da questi animali non è risarcibile in base alla presunzione stabilita nell’art. 2052 c.c., perché il loro stato di animali selvatici che vivono in libertà è incompatibile con un qualsiasi obbligo di custodia da parte della p.a. In questo caso entrano in gioco i principi generali della responsabilità extracontrattuale di cui all‘art.2043 c.c. Questo significa che in capo al danneggiato resta l’onere della prova e richiede, pertanto, l'accertamento di un concreto comportamento colposo ascrivibile all'Ente pubblico.

Onere della prova: «Il danneggiato dalla fauna selvatica è gravato dall'onere di provare non solo il danno ma anche il concreto comportamento colposo ascrivibile all'ente tenuto al controllo della fauna».

Nel caso della Cassazione Sezione III, 2886/2015 è stato stabilito che la gestione e il controllo della zona, per quanto riguarda gli animali selvatici vaganti è della provincia e quindi quest’ultima è tenuta a risarcire i danni dell’incidente. La provincia è incorsa nella responsabilità extracontrattuale prevista dell'articolo 2043 Codice Civile.

Un’altra sentenza della Cassazione Civile, la 27543/2017 procedendo nella stessa direzione ottiene il risultato opposto, Infatti ha stabilito che non è, quindi, risarcibile il danno subito dal cittadino se non si raggiunge la prova del comportamento colposo dell'ente pubblico, dimostrando, ad esempio, l'assenza di una adeguata segnalazione del pericolo di animali selvatici.
Per quando riguarda gli incidenti con animali, sia che tu sia il proprietario o il danneggiato, confrontati con il tuo agente Vittoria per stabilire come procedere per il risarcimento danni nei termini della responsabilità civile verso terzi.

Ci trovi al numero 0171 66377.

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