Responsabilità civile prodotti vittoria assicurazioni cuneo europa

Per quanto riguarda la responsabilità civile prodotti, le normative di riferimento sono due.

RESPONSABILITA’ CONTRATTUALE DELLA VENDITA ART 1490 C.C.
LA QUALIFICAZIONE DELLA R.C. PRODOTTI NELLA DIRETTIVA E NEL DPR 224 /88

RESPONSABILITA’ CONTRATTUALE DELLA VENDITA ART 1490 C.C.

Il venditore è tenuto a consegnare la cosa garantendo che sia idonea all’uso e immune da vizi che ne diminuiscano il valore. In caso di vizio il venditore è tenuto al risarcimento del danno a meno che non provi di aver ignorato senza colpa il vizio (art 1494 c.c.)

LA QUALIFICAZIONE DELLA R.C. PRODOTTI NELLA DIRETTIVA E NEL DPR 224 /88

La direttiva ha stabilito un regime di responsabilità oggettiva in capo al produttore e, cioè, ha previsto che la responsabilità di quest'ultimo:

a) sussista indipendentemente dal dolo o dalla colpa dello stesso;

b) richieda, come unico presupposto, la semplice riferibilità causale del danno ad un difetto del prodotto.

Come si capisce quando entra in azione un riferimento normativo piuttosto che l’altro?

Proviamo a ragionare con esempi pratici.

Se si danneggia un oggetto e causa un infortunio si applica la direttiva e il DPR 224/88 di recepimento, come quando esplode una caffettiera e l’esplosione causa delle ustioni all’utilizzatore.

Se un prodotto non funziona si tratta di mancata rispondenza all’uso cui il prodotto era destinato e non rientra nell’ambito di applicazione del DPR 224/88, ad esempio un computer che non funziona.

Cosa si intende per difetto?

Vizio di progettazione : insicurezza implicita nella ideazione del prodotto
Vizio di costruzione : insicurezza manifestatasi nel processo di fabbricazione del prodotto (alcuni esemplari)
Insicurezza nell’uso del prodotto da parte dell’utente : misure e cautele che il produttore deve adottare per evitare possibili danni all’utente (istruzioni)
No l’uso improprio : cautela che l’utente stesso deve osservare nell’uso del prodotto (esempio cacciavite –apribottiglie)

Sono risarcibili i danni alla persona e i danni ad altre cose causati dal prodotto difettoso.

Se si verificano danni per via di un malfunzionamento, il danneggiato in caso di responsabilità presunta deve provare degli elementi oggettivi, cioè il danno, il difetto e la connessione causale tra difetto del prodotto e danno subito.

Prendiamo in considerazione un ulteriore riferimento di legge D.LGS. N. 115/1995 DIRETTIVA 92/59 CEE

Produttore è non solo il fabbricante, ma anche la persona che rappresenta il logo che viene apposto sul prodotto e chiunque entra nella catena di distribuzione che incide sulle caratteristiche di sicurezza del prodotto stesso. La persona che nella catena di commercializzazione esegue un’attività che non incide sulle caratteristiche di sicurezza del prodotto è definito distributore.

Ogni prodotto è corredato di istruzioni e avvertenze. È difettoso quando non offre la sicurezza che ci si aspetta sia rispetto all’uso che ne fa il consumatore sia rispetto alla messa in circolazione nel canale di distribuzione. Non è da considerare difettoso il prodotto che diventa obsoleto perché entra nel mercato una versione più performante.

La richiesta di risarcimento può essere effettuata entro termini precisi. La prescrizione triennale si attiva dal momento in cui si ha conoscenza legale del danno, del difetto e dell’identità del responsabile, ma solo se non sono passati 10 anni dalla messa in circolazione del prodotto o dalla sua importazione CE.
Quest’ultimo termine rappresenta la decadenza.

Il produttore non ha in nessun caso diritto di istituire clausole limitative della propria responsabilità sui prodotti.

Analizziamo adesso il D. LGS. 06.09.2005 N. 206, CODICE DEL CONSUMO

I consumatori hanno a disposizione un testo di riferimento per esercitare i propri diritti: il Codice del Consumo.

Le responsabilità del produttore sono le stesse citate in precedenza. Come produttore viene identificato chi produce il fabbricante del bene o il fornitore del servizio o gli intermediari che commercializzano il prodotto. La responsabilità di tutti gli operatori della catena di produzione è solidale. Il produttore finale è responsabile anche se il difetto che causato da una componente realizzata da un subfornitore. È estraneo se il difetto si trova in un vizio di progettazione a cui è del tutto estraneo.
Chi risarcisce il danno ha il diritto di rivalsa nei confronti degli altri attori della catena di distribuzione.

Se l’importatore interviene sulle caratteristiche di sicurezza del bene, diventa responsabile della sua sicurezza.

Chiunque appone il proprio marchio al prodotto, risponde al pari del produttore effettivo.

In altre parole è responsabile il produttore fisico e tutte le persone giuridiche che per scelte di mercato scelgono di farsi riconoscere come produttori. Questo perché il consumatore si affida a chi viene identificato in modo esplicito come titolare del prodotto. Secondo la stessa logica le istruzioni e le avvertenze allegate al prodotto devono essere chiare, comprensibili e veritiere e devono aiutare l’utilizzatore ad evitare il pericolo.

La nozione di difettosità non è stata integrata ed è rimasta pressoché la stessa, se non nella differenziazione tra la nozione di DIFETTO e di VIZIO.

Il vizio, secondo l’articolo 1490 cc. È un’imperfezione del bene che non si manifesta sempre con un'insicurezza del prodotto, una sua pericolosità ed un conseguente danno.

È importante anche comprendere la nozione di GARANZIA. Il venditore è obbligato di garantire l’assenza di vizi e difetti nel prodotto. Inoltre garantisce che il prodotto funzionerà correttamente per tutta la durata della garanzia stessa o che il prodotto sarà in grado di aggiungere un certo livello di rendimento e performance.

Il produttore vede esclusa la sua responsabilità in alcuni specifici casi, indicati nell’articolo 118 sulle Liberatorie:

1. se il produttore non ha messo il prodotto in circolazione;

2. se il difetto che ha cagionato il danno non esisteva quando il produttore ha messo il prodotto in circolazione;

3. se il produttore non ha fabbricato il prodotto per la vendita o per qualsiasi altra forma di distribuzione a titolo oneroso, né lo ha fabbricato o distribuito nell'esercizio della sua attività professionale;

4. se il difetto è dovuto alla conformità del prodotto a una norma giuridica imperativa o a un provvedimento vincolante;

5. se lo stato delle conoscenze scientifiche e tecniche, al momento in cui il produttore ha messo in circolazione il prodotto, non permetteva ancora di considerare il prodotto come difettoso;

6. nel caso del produttore o fornitore di una parte componente o di una materia prima, se il difetto è interamente dovuto alla concezione del prodotto in cui è stata incorporata la parte o materia prima o alla conformità di questa alle istruzioni date dal produttore.

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